Author Topic: BAM  (Read 5833 times)

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Offline fac

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BAM
« on: April 13, 2015, 03:59:45 PM »
Ciao a tutti, ho letto nell'altro 3d e sono rimasto incuriosito da questa BAM black american music. Ho ascoltato qualcosa di Nicholas Payton e suona da paura, però devo dire che non sono riuscito a cogliere in pieno che cosa intenda con BAM... Sarei veramente grato se qualcuno preparato, come ad esempio Cesco, potesse argomentare un pò su questa nuova corrente musicale, credo possa essere molto intessante  :) grazie già da ora  :)

Offline eugeniovi

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Re:BAM
« Reply #1 on: April 13, 2015, 04:11:06 PM »
E pensa che a Bari il 17-18 Aprile ci sarà Payton e la BAM . Uniche due date in Italia. Magari abiti vicino. Ciao

Offline Cesco

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Re:BAM
« Reply #2 on: April 13, 2015, 04:23:10 PM »
In realtà BAM è più una corrente di pensiero che strettamente musicale.
Tende a rivendicare la negritudine della musica di matrice afroamericana in generale.
Non solo jazz, quindi, ma anche blues, soul, R&B, funky, hip hop.
Ovviamente il concetto si estende a diversi generi musicali ma allo stesso tempo limita il campo a quella che, secondo Payton, rappresenta la "vera" natura afroamericana (e nera) di questi generi, contestando apertamente il "saccheggio" che "i bianchi" hanno fatto di questa musica, assumendone in certi casi la paternità.
Non colpisce i musicisti (bianchi) né la loro indubbia capacità, ma si duole che in USA venga indicata la paternità bianca di musiche o generi in realtà originariamente neri (Satchmo/Bix, Miles/Chet, Whiteman/Duke o Basie, Elvis/Brown, ecc.).
La posizione di Payton (e di #BAM) non è razzista (contro i bianchi), bensì tende a "dare a Cesare quel che è (innegabilmente) di Cesare".
Ovviamente, molta stampa tende ad eticchettare BAM negativamente, perché intravede quelle "alzate di testa" che hanno condotto a molti sfoghi razziali negli USA contro leader neri (Malcom X, Martin L.K., ecc.).
Non è nemmeno che sostiene che la musica afroamericana può essere suonata solo dai neri (tant'é vero che, nel suo trio, ci milita il drummer bianco Bill Stewart); mira semplicemente ad identificare la natura e la genesi, con relativo patentino di paternità, della musica BLACK.
Vi è un bel libro da leggere, se hai voglia di analizzare il Payton pensiero, che mi sembra Eugeniovi abbia anche recensito e consigliato (o sconsigliato?)...  ;)
   

Offline eugeniovi

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Re:BAM
« Reply #3 on: April 13, 2015, 04:54:02 PM »
............recensito e consigliato (o sconsigliato?)...  ;)
   

Consigliato, consigliato....

Offline fac

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Re:BAM
« Reply #4 on: April 13, 2015, 05:11:13 PM »
Tempestivo e preciso, grazie mille  :D ho provato a leggere un pò il blog di Payton ma non sono riuscito a capirne granché, ci sono troppi riferimenti che non riesco a cogliere... Visto che ci siamo ne approfitto: di Payton trombettista puoi dirmi qualcosa di più? Qualche brano/album particolarmente identificativo?

Offline Cesco

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Re:BAM
« Reply #5 on: April 13, 2015, 06:00:09 PM »
Non è semplice farti una lista di lavori di Payton perché, nel corso degli anni, è cambiato molto (lui e la musica che suona).

Butto lì comunque qualche titolo:

Imperdibili
1) Fingerpainting (capolavoro): la tromba è scopertissima, trattandosi di combo drumless. La ripresa è particolare e mette a nudo il suono fantastico di Payton, non in versione "robusta", ma cool
2) Into the blue: bel CD, musica che ti conquista ad ogni successivo ascolto
3) Live at the bohemian cavern: trattasi di un live in trio. Suona contemporaneamente tromba e fender rhodes

Ad andare un po' indietro, se vuoi sentire il Payton più "muscoloso" (hard bopper), ascoltati certamente Payton Place e Nick@Night.
Un bel lavoro in organico allargato è il CD Dear Louis, in cui celebra Satchmo, ma in realtà snocciola su molti brani una vena Milesiana.

Ultimo consiglio: i lavori registrati per la Criss Cross nei quali non è leader, bensì sideman: http://www.crisscrossjazz.com/artist/PaytonNicholas.html

In questi titoli - secondo me - senti il trobettista Payton al meglio di sé in ambito hard bop (non saprei quale consigliarti in particolare perché, secondo me, sono da avere tutti).

Buon approfondimento ;)



Offline fac

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Re:BAM
« Reply #6 on: April 13, 2015, 06:08:13 PM »
Grazie mille, sei un grande. Ovviamente punticino  :)

Offline Zosimo

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Re:BAM
« Reply #7 on: April 14, 2015, 12:46:16 AM »
Se segui il profilo fb di Fabio Morgera, ne parla spesso.
Tromba Bb:  Holton Revelation ('23)  Cinesina, Carol Brass 5000, Martin Committee ('48)
Cornetta: York Baronet ('55)
Flicorno: Couesnon Monopole Conservatorie ('60)
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Offline fac

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Re:BAM
« Reply #8 on: April 14, 2015, 08:52:06 AM »
Ti ringrazio! Comunque devo dire che Payton suona proprio da paura, strano che non sia così conosciuto! Non vorrei dire una bestialità ma mi ricorda Clifford!
Ad ogni modo proprio ieri ennesimo abuso di potere della polizia americana su un ragazzo di colore disarmato...

Offline Cesco

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Re:BAM
« Reply #9 on: April 14, 2015, 09:11:10 AM »
Payton e' straconosciuto MA strascomodo...

Dai un'occhiata al profilo FB di Morgera di oggi, fornisce dei link interessanti per un approfondimento di BAM!

Ciao!

Offline Locutus2k

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Re:BAM
« Reply #10 on: April 14, 2015, 10:51:35 AM »
Mi permetto di aggiungere un disco per me straordinario: Doc Cheatham & Nicholas Payton (Verve) del 1997 dove i due trombettisti rispolverano la tradizione con stile e suono da brividi. E' uno dei cd che ascolto più spesso.
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Offline Norman

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Re:BAM
« Reply #11 on: April 14, 2015, 11:21:56 AM »
Per ragioni abbastanza ovvie, mi pare che il concetto di Black American Music sia molto più discusso negli Stati Uniti (dove ancora esiste una vera e propria questione razziale) che in Italia, dove per quanto ne so io è un concetto abbastanza condiviso, almeno per le letture che ho fatto io. Tutta la storia della musica afroamericana è costellata di momenti di "rottura", nei quali la comunità afroamericana ha partorito nuove forme di espressione della sua identità, a tinte piuttosto forti, e successivi momenti di "digestione" di queste nuove forme da parte della "mainstream America", nei quali il pubblico bianco riceveva versioni edulcorate di queste forme proposte solitamente da artisti bianchi. Ovviamente i momenti di "digestione" coincidevano con il massimo sfruttamento commerciale, e fino agli anni '60 il grosso del successo commerciale era goduto in massima parte da artisti bianchi. E' successo col blues, col jazz delle origini, con lo swing, con il bebop, con il rock and roll, con il soul, con il free jazz, con il funk ed infine con il rap.

Per dare un'idea di quanto la questione razziale sia ancora viva anche nel mondo musicale americano, basti notare come una delle tante critiche stupide che vengono mosse a Marsalis è che sarebbe, nella selezione dei musicisti per la JALC Orchestra, razzista "al contrario", come sarebbe dimostrato dalla prevalenza di neri nell'orchestra. Gli stessi personaggi naturalmente non trovano nulla da ridire sul fatto che nella Big Phat Band di neri non ce ne sia nemmeno uno... Sia chiaro, non sto minimamente accusando Gordon Goodwin di essere razzista, sono convinto che entrambi si scelgono i musicisti per come suonano, non per il colore della loro pelle, solo che uno viene accusato sistematicamente di essere razzista, l'altro, che io sappia, no.
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Offline Carlo

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Re:BAM
« Reply #12 on: April 14, 2015, 12:42:08 PM »
Per ragioni abbastanza ovvie, mi pare che il concetto di Black American Music sia molto più discusso negli Stati Uniti (dove ancora esiste una vera e propria questione razziale)

Marsalis è che sarebbe, nella selezione dei musicisti per la JALC Orchestra, razzista "al contrario", come sarebbe dimostrato dalla prevalenza di neri nell'orchestra.

Gli stessi personaggi naturalmente non trovano nulla da ridire sul fatto che nella Big Phat Band di neri non ce ne sia nemmeno uno...
Tutti questi discorsi sul colore della pelle, sia che siano "razzisti", cioè contro chi ha un certo colore, sia che siano "razzisti all'incontrario", cioè in favore di chi ha un certo colore della pelle, non mi piacciono.
Sono entrambi discorsi razzisti.
Gli afroamericani sono americani da molte generazioni, come lo sono molti cittadini americani con esclusione dei nativi indiani che lo sono da millenni.
Che senso ha parlare di colore della pelle di cittadini che di DNA originario dell'Africa ormai ne hanno ben poco? Tutti gli afroamericani si sono incrociati più volte con cittadini di origine anglosassone o europea in genere. Come Obama.
Sono discorsi che fanno parte del passato, e che presto si estingueranno.

Offline Cesco

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Re:BAM
« Reply #13 on: April 14, 2015, 01:14:11 PM »
Tutti questi discorsi sul colore della pelle, sia che siano "razzisti", cioè contro chi ha un certo colore, sia che siano "razzisti all'incontrario", cioè in favore di chi ha un certo colore della pelle, non mi piacciono.
Sono entrambi discorsi razzisti.
Gli afroamericani sono americani da molte generazioni, come lo sono molti cittadini americani con esclusione dei nativi indiani che lo sono da millenni.
Che senso ha parlare di colore della pelle di cittadini che di DNA originario dell'Africa ormai ne hanno ben poco? Tutti gli afroamericani si sono incrociati più volte con cittadini di origine anglosassone o europea in genere. Come Obama.
Sono discorsi che fanno parte del passato, e che presto si estingueranno.

In realtà Payton fa un discorso molto lucido (e a tratti condivisibile) secondo cui il suo pensiero non solo NON è razzista, ma non può nemmeno astrattamente esserlo...

A prescindere da ciò (e ti invito, per un approfondimento sul punto, a leggere la lunga ed interessante intervista che ha rilasciato sull'ultimo numero di MJ), trattasi di mera rivendicazione di paternità di una musica che ha tutti i presupposti per essere definita decisamente BLACK.

Quanto al fatto che sia importante o meno, in termini assoluti, "colorare" la musica, ti posso dire che per lui lo è (e per molti neri anche), in ragione del fatto che decenni fa, la "sua" musica, è stata colorata di "bianco" da chi non voleva accettare che qualcosa di buono scaturisse anche dalla comunità afroamericana.
A me cambia poco, ma capisco il suo punto di vista e lo rispetto molto (ed in ampia parte, senza estremismi, lo condivido pure).

;-)

Offline Norman

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Re:BAM
« Reply #14 on: April 14, 2015, 03:05:37 PM »
In realtà Payton fa un discorso molto lucido (e a tratti condivisibile) secondo cui il suo pensiero non solo NON è razzista, ma non può nemmeno astrattamente esserlo...

A prescindere da ciò (e ti invito, per un approfondimento sul punto, a leggere la lunga ed interessante intervista che ha rilasciato sull'ultimo numero di MJ), trattasi di mera rivendicazione di paternità di una musica che ha tutti i presupposti per essere definita decisamente BLACK.

Quanto al fatto che sia importante o meno, in termini assoluti, "colorare" la musica, ti posso dire che per lui lo è (e per molti neri anche), in ragione del fatto che decenni fa, la "sua" musica, è stata colorata di "bianco" da chi non voleva accettare che qualcosa di buono scaturisse anche dalla comunità afroamericana.
A me cambia poco, ma capisco il suo punto di vista e lo rispetto molto (ed in ampia parte, senza estremismi, lo condivido pure).

;-)

Vero, una cosa è fare discriminazioni sulla base del colore della pelle, ben altro riconoscere che esiste, all'interno degli Stati Uniti, una comunità afroamericana, che ha storia, cultura e sensibilità diverse da quelle, per esempio, di un immigrato irlandese, e che ha prodotto delle forme musicali che, senza la predominante componente africana, semplicemente non sarebbero mai nate. Poi è ovvio che questo non significa che solo un nero può suonare del buon jazz... Significa semplicemente dare a Cesare quel che è di Cesare. Tanto per dare un'idea, ancora oggi sono in molti ad essere convinti che ad "inventare" il rock and roll sia stato Bill Haley con la sua "rock around the clock", mentre invece è ormai appurato che i musicisti neri, con in testa Chuck Berry, suonavano quella musica già da tempo... Si tratta di eliminare tutta una serie di mistificazioni che la critica e l'industria musicale e dei media degli Stati Uniti nel corso degli anni ha posto in essere per "legittimare" la musica nera e permettere che potesse essere venduta anche ad un pubblico bianco in buona parte quantomeno diffidente verso la comunità nera, quando non apertamente razzista e segregazionista.
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